Intervento di Alfredo Velazco Cruz
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Omicidi a Ciudad Juarez
Dr. Alfredo Velazco Cruz, investigatore e profiler
Leggi tuttoIntervento di Fabrizio Russo
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Omicidio: aspetti criminologici
Dr. Fabrizio Russo, criminologo e profiler
Leggi tuttoOmicidio: aspetti patologici, psicopatologici e investigativi
24 settembre 2018 dalle 8.45 alle 14- presso Palazzo di Giustizia Bruno Caccia – C.so Vittorio Emanuele II 134/138 – Torino
8.45 – 9.00
Saluti autorità Dr. Enrico Parpaglione Tesoriere Ordine Psicologi Piemonte
9.00 – 9.15
Saluti autorità Dr. Marco Martino (in rappresentanza del Questore Francesco Messina)
9.15 – 10.30
Omicidi a Ciudad Juarez con Dr. Alfredo Velazco Cruz, investigatore e profiler (con traduzione consecutiva)
10.30 – 11.00
Omicidio: aspetti investigativi con Ten. Col. Biagio Carillo, criminologo
11.00 – 11.30
Omicidio: aspetti medico legali e preventivi con Dr. Roberto Testi, medico legale e Avv. Germana Bertoli, avvocato
11.30 – 12.00
Omicidio: aspetti psicopatologici con Dr. Antonio Pellegrino, psichiatra
12.00 – 12.30
Omicidio: aspetti criminologici con Dr. Fabrizio Russo, criminologo e profiler
12.30 – 13.00
Omicidio: aspetti psicologici con Dr.ssa Viviana Lamarra, psicologa forense
13.00 – 13.30
Orfani di femminicidio con Avv. Monica Malafoglia, avvocato
13.30 – 14.00
Omicidio: il male fisico, giuridico e morale con Prof. Alessandro Meluzzi, psicologo e psichiatra
Conclusione lavori
Relatori
Dr. Alfredo Velazco Cruz – Criminologo e profiler. Direttore Accademia di polizia di Ciudad Juarez, Messico. Si è occupato dei femminicidi di Ciudad Juarez come investigatore e profiler.
Avv. Germana Bertoli – Avvocato.
Ten. Col. Biagio Carillo – Esperto scena del crimine. Già formatore presso l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative (I.S.T.I.) dell’Arma dei Carabinieri di Velletri. Comandante del Nucleo antisofisticazioni e sanità (N.A.S.) del Piemonte Orientale. Docente di Tecniche investigative in numerosi corsi e master. Referente per il Piemonte dell’Accademia Italiana di Scienze forensi.
Dr.ssa Silvia Vada – Giornalista.
Dr.ssa Viviana Lamarra – Psicologa e psicoterapeuta. Membro della Società Italiana di Criminologia (SIC), della Consulta Psicoforense dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte e del Gruppo di Lavoro in Psicologia Giuridica del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP). Lavora come perito, c.t.u. e c.t.p. per numerosi tribunali italiani. Referente per il Piemonte della Società Italiana di Scienze Forensi.
Avv. Monica Malafoglia – Avvocato. Camera minorile di Torino, coordinatrice del gruppo “Orfani di femminicidio”.
Dr. Marco Martino – Polizia di Stato. Primo dirigente della Polizia di Stato, in servizio presso la Squadra Mobile di Torino.
Prof. Alessandro Meluzzi – Psicologo e Psichiatra. Docente del Corso di Psicologia di Comunità presso la Facoltà di Psicologia, Università Pontificia Salesiana di Torino (IUSTO).
Dr. Antonio Pellegrino – Psichiatra e Criminologo. Coordinatore della Rete regionale della sanità penitenziaria. Responsabile per l’ASL “Città di Torino” della struttura semplice dipartimentale “Il Sestante” presso la Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino. Svolge l’attività di psichiatra forense presso il Tribunale di Torino e il Tribunale per i Minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta.
Dr. Fabrizio Russo – Criminologo e psicoterapeuta. Docente di Criminologia e Psicologia criminale presso la Scuola Lombarda di Psicoterapia cognitiva neuropsicologica (S.L.O.P.) di Pavia. Docente del Corso sul “Maltrattamento e abuso: aspetti medico legali e criminologici” presso l’Università degli Studi Milano-Bicocca. Esperto psicologo presso la Casa di Reclusione di Milano-Bollate. Esperto psicologo del Tribunale per i Minorenni di Torino.
Prof. Roberto Testi – Medico legale. Direttore del Dipartimento Interaziendale della Prevenzione dell’ASL “Città di Torino”. Professore a contratto di Analisi della Scena del Crimine e di Criminalistica presso il Corso di laurea in Chimica Clinica, Forense e dello Sport dell’Università degli Studi di Torino. Perito del Tribunale e Consulente Tecnico per la Procura del
La Psicologia di fronte al Decreto-Salvini
È con sgomento e grande preoccupazione che l’OPP recepisce il Decreto-Legge del 4 ottobre 2018, il cosiddetto Decreto-Salvini su immigrazione e sicurezza.
La Psicologia, che tutti noi ogni giorno rendiamo operativa e viva attraverso il nostro fare connesso al nostro pensare, è una scienza in cui la curiosità e l’interesse teorico per l’umano non sono mai del tutto scindibili dall’obiettivo etico di promuovere possibilità d’esistenza più ricche e consapevoli, non solo per i singoli individui, ma anche per i gruppi e per le società allargate.
La Psicologia mira al “benessere” inteso in modo complesso: come capacità, da parte di individui e gruppi, di creare equilibri tra istanze divergenti, spesso anche contraddittorie, in un continuo allargamento di vedute – un sistema vivente in costante evoluzione. Un “benessere nazionale” da raggiungersi attraverso la nullificazione – avvilimento, soggezione, deumanificazione, espulsione – dell’Altro appare pertanto, allo sguardo della Psicologia, un obiettivo tanto fallace quanto pericoloso: una strategia di equilibrio fondata non sulla base di un sano funzionamento del sistema sociale, ma sul ricorso ad un nemico (questa volta interno) da distruggere, o quantomeno da controllare.
Il Decreto-Salvini cancella con un colpo di spugna il sistema pubblico dell’accoglienza in Italia (S.P.R.A.R: Sistema di Protezione a Rifugiati e Richiedenti Asilo ), un dispositivo così apprezzato da essere considerato una buona pratica a livello europeo. Lo smantellamento dello SPRAR ridurrà di nuovo l’accoglienza da sistema qualificato ad intervento di tipo emergenziale, con un balzo indietro di anni. Da un punto di vista strettamente clinico, ciò significa l’immediata cancellazione di strumenti che, in qualche modo, garantivano la salvaguardia della salute psichica dei migranti, tra cui il diritto di accesso al sostegno psicologico. Da un punto di vista più ampiamente sociale, si può prevedere che l’applicazione del Decreto comporterà effetti disastrosi sulla vita di tutti: in attesa che la loro domanda di asilo sia esaminata, i richiedenti saranno parcheggiati in enormi strutture con livelli minimi di assistenza, senza poter usufruire dei servizi oggi previsti dallo SPRAR e indispensabili all’integrazione, quali l’insegnamento della lingua italiana, la formazione professionale, tirocini e borse-lavoro, l’accompagnamento educativo da parte di professionisti altamente qualificati. Pochi tra loro otterranno un permesso di soggiorno; gli stessi a cui sarà concesso lo status di rifugiato avranno solo pochi mesi di tempo prima di essere riversati sul territorio, dal quale – nonostante tutte le asserzioni propagandistiche – non saranno espulsi. Le strade si riempiranno così di una folla di persone sofferenti, abbandonate, defraudate dei più elementari diritti costituzionali e con poche (a volte nessuna) possibilità di sviluppare un proprio progetto di vita nella legalità. La Psicologia, soprattutto nelle sue declinazioni di Psicologia sociale e di comunità, lancia oggi un allarme, per evitare un suo prossimo – del tutto ipotizzabile – arruolamento secondario come “Psicologia dell’emergenza”.
Come psicologi, chiamati a “promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità” (art. 3 del CD), reputiamo l’abrogazione della Protezione umanitaria una decisione incompatibile con il nostro mandato. Abbandonare a sé stessi individui gravemente traumatizzati da vicende storiche e personali inenarrabili, tra cui i torturati nelle carceri in Libia, gli stranieri appena maggiorenni che hanno affrontato il viaggio da soli, uomini e donne fuggiti da condizioni di vita inumane o da sistemi politici che non garantiscono il rispetto dei diritti umani fondamentali, è un atto politico del tutto incompatibile con la Psicologia: un atto che ci spiazza come professionisti della salute, ma soprattutto che, come cittadini, ci disumanizza nel profondo.
L’Europa si sta configurando sempre più come un insieme di società multietniche, multireligiose, multiculturali. La Psicologia può essere di grande orientamento nell’attuale complessità, aiutando a sviluppare uno sguardo che, assieme ai conflitti e ai problemi, sia in grado di vedere anche tutta la potenziale ricchezza dell’esistente. Il Decreto-Salvini rischia di azzerare questo sguardo curioso, complesso, creativo e lungimirante che la Psicologia si sforza di sostenere, imprigionandolo negli spazi angusti dell’odio razziale e della competizione tra esclusi.
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