Gentile Collega,
l’Ordine degli Psicologi del Piemonte comunica, con costernazione e commozione, la scomparsa di Federico Flegenheimer (1929-2025), una delle figure di riferimento più significative nella storia e nello sviluppo della nostra Professione in Piemonte.
Federico Arnoldo Flegenheimer, nato a Rotterdam il 6 giugno 1929, era di famiglia olandese (lingua che parlava). Fu costretto a lasciare i Paesi Bassi al momento dell’invasione nazista, iniziata il 10 maggio 1940. Con la famiglia trovò rifugio in Argentina, dove crebbe. Studiò Medicina e fece la sua prima analisi con Heinrich Racker (1910–1961), anch’egli scampato al Nazismo nel 1939 andando a vivere a Buenos Aires (Racker era anche dottore di ricerca in Musicologia e Filosofia). Fece la sua seconda analisi, che considerava la sua “vera” analisi, con una donna, di cui non disse mai il nome. Con l’arrivo della dittatura in Argentina, che ebbe inizio con il colpo di Stato militare del 24 marzo 1976, lasciò anche questo Paese e si trasferì in Italia. Ha lavorato per molti anni nei Servizi di Neuropsichiatria Infantile torinesi insieme a Delia Luzzati, con cui condivise anche lo studio professionale a Torino, dove ha lavorato fino a poche settimane prima della sua scomparsa. Membro Ordinario (dal 1983) con funzioni di Training (dal 1989) della Società Psicoanalitica Italiana (SPI) e della International Psychoanalytical Association (IPA), è stato tra i primi Didatti SPI a Torino e tra i soci fondatori, il 13 gennaio 1989, del Centro Torinese di Psicoanalisi, insieme a Parthenope Bion Talamo, Emanuele Bonasia, Franco Borgogno, Carlo Ferraris, Mario Ferrero, Delia Luzzati, Mario Perini e Laura Piperno – Centro presso cui ha ricoperto anche il ruolo di Segretario. Docente presso l’Istituto di Training della SPI, amava molto la musica e l’arte in generale. Scomparso a Torino la sera del 17 giugno 2025, continuerà a vivere nel ricordo delle tante e tanti Colleghe e Colleghi che, nel corso dei decenni, si sono formati con lui. Ci resteranno le sue idee illuminanti ed efficaci – “il setting è come il buio nella sala del cinema, o il silenzio nella sala da concerto”, il suo pensiero probabilmente più noto -, la sua curiosità culturale, che lo rendeva capace di guardare al di là degli steccati di scuola, e la saggezza profondamente umana che emanava dalla sua ironia.
(Note redatte grazie alla collaborazione dei Colleghi Stefania Pandolfo e Giuseppe D’Agostino e del Centro Torinese di Psicoanalisi)
Le Consigliere e i Consiglieri dell’OPP partecipano al dolore dei familiari e al lutto della nostra Comunità professionale.